Approvato dal Congresso di Parma 2018
Corretto nell’agosto 2018
0. Preambolo
Sono passati cent’anni dall’inizio del XX secolo, il momento più alto del sindacalismo rivoluzionario. Non è un caso che questo sia stato anche il momento culminante delle lotte operaie, sia per la conquista dei diritti di base, sia per la trasformazione della società. È superfluo, altresì, sottolineare i profondi cambiamenti che il nostro pianeta ha sperimentato in questi cento anni sotto tutti gli aspetti, umani, sociali, ambientali. Alcune di queste trasformazioni sono particolarmente rilevanti per l’anarcosindacalismo e il sindacalismo rivoluzionario a livello globale.
Da un lato, la grande maggioranza delle organizzazioni che si definiscono “rivoluzionarie”, in un modo o nell’altro, hanno smesso di esserlo. Sindacati, partiti e organizzazioni di ogni tipo si sono adeguate, per lo più, alla situazione imperante dopo la caduta del Muro di Berlino. Il termine “rivoluzione” è scomparso dal loro vocabolario. Hanno eliminato dalle loro pratiche, discretamente, la prospettiva di una trasformazione profonda e radicale della società. Sono finiti per essere, come molti altri, modelli alternativi di gestione dell’esistente. Parallelamente la mera possibilità di una trasformazione è andata così sparendo dall’immaginario collettivo, al punto che, all’inizio del XXI secolo, era necessario ricordare che “un altro mondo è possibile”. E questa ovvietà sembrava essere il colmo della radicalità rivoluzionaria.
Più recentemente il discorso politico predominante ha di nuovo compiuto una virata. Da quando il sistema capitalista si è affermato in tutto il mondo, è stato accompagnato da patriottismo, razzismo, xenofobia e isolazionismo e su di essi ha fatto affidamento. La crisi globale del capitalismo ha peggiorato questa situazione. È anche vero che essi non hanno mai smesso di essere presenti a un livello tellurico nelle società occidentali, ma negli ultimi anni hanno acquisito rispettabilità e sono passati a essere opzioni plausibili di governo, in un modo che sarebbe stato impossibile dieci anni fa. Questo fenomeno sembra ricorrente. Politici e demagoghi senza scrupoli hanno saputo approfittarne periodicamente per i propri fini, ma era da molto tempo che non si vedeva questo tipo di discorso avere tale predominio a livello globale.
Infine, la crescita incessante delle strutture di produzione e di consumo capitalista ha portato il pianeta sull’orlo del collasso ecologico, se già non abbiamo oltrepassato questo limite. Il sindacalismo rivoluzionario e l’anarcosindacalismo di cent’anni fa potevano avere una certa speranza posta nello sviluppo delle forze produttive. Oggi, invece, la prospettiva che contempliamo è quella delle risorse vitali sempre più esigue. Acqua e aria pulita sono privilegi irraggiungibili per milioni di persone. Le tensioni associate ai disastri ecologici, quelli attuali e quelli prevedibili, ci augurano decenni di scontri, di guerre senza quartiere per la mera sopravvivenza, in un ambiente sempre più ostile.
Senza dubbio possono esistere altri fattori, ma già solo questi tre sono sufficienti a rappresentare un panorama desolante, radicalmente diverso da quello che esisteva quando nacquero le precedenti internazionali. La combinazione di questi elementi è esplosiva. Permette di intravedere un mondo distopico di frontiere chiuse, guerre per le risorse, aggressivo nazionalismo militarista, conservatorismo intollerante, carestie… Di fronte al vecchio motto “rivoluzione o barbarie” sembra che, abbandonata la rivoluzione, venga la barbarie.
Nonostante ciò, e precisamente per questo, le organizzazioni che si sono riunite per formare questa nuova internazionale, che si dichiarano anarcosindacaliste e sindacaliste rivoluzionarie, difendono senza dubitare la necessità, oggi e sempre, di un internazionalismo rivoluzionario. Rivoluzionario perché non rinunciano a usare la solidarietà e l’appoggio mutuo come elementi di trasformazione radicale e profonda della società. Internazionalista perché, mentre tanti paesi si ripiegano su se stessi, affermano ancora una volta i legami che le uniscono al di sopra delle frontiere e delle nazioni. Queste stesse prerogative diedero vita all’Internazionale Anarcosindacalista fondata a Berlino nel 1922 e ai suoi principi le organizzazioni aderenti alla CIT oggi fanno riferimento. Solo lo sviluppo globale di una potente alternativa, oggi come allora, in linea con queste priorità, può sovvertire il distruttivo corso nel quale siamo immersi e evitare la nostra discesa nella barbarie più assoluta.
Forse è necessario insistere, in un momento storico nel quale va poco di moda questo tipo di dichiarazioni, sul fatto che il nostro impegno con questi due principi, rivoluzione e internazionalismo, non è una cosa meramente formale. È nostra ferma intenzione costruire e sviluppare un’internazionale rivoluzionaria, partendo dal basso, edificata su forti pilastri locali.
Vale a dire che la mera appartenenza a una qualsiasi organizzazione non garantisce per noi il titolo di “internazionalista” e “rivoluzionaria”. Non sono realtà con un’esistenza previa che qualcuno può amministrare, ma si tratta di costruirle sul terreno, quotidianamente. La convergenza delle lotte rivoluzionarie locali al di là delle frontiere è ciò che costruisce l’internazionalismo e non il contrario. Questa convergenza organica, decentralizzata e federalista intende dotarsi degli strumenti necessari a essere efficace, esplora contenuti e forme nuovi e si ripercuote sul rafforzamento delle organizzazioni locali che vi partecipano. Sorge così la necessità di un’Internazionale formale, in seno alla quale l’attività rivoluzionaria delle sezioni a livello locale dà forma all’internazionalismo.
È evidente che, se non si parte dall’attività di sezioni fortemente radicate sul terreno, con un progetto rivoluzionario chiaro, ogni pretesa di internazionalismo non può essere più di un guscio vuoto senza contenuto, gestito verticalmente.
Le organizzazioni che formano questa internazionale sanno bene che il fronte sindacale, nella sfera del lavoro produttivo e riproduttivo, non è l’unico necessario alla costruzione di un movimento rivoluzionario. Fermare e sovvertire la tendenza all’annichilimento nella quale si trova immerso questo sistema è un processo complesso e variegato, che si può approcciare da molti lati, poiché la trasformazione sociale è un traguardo che presuppone ed include anche un mutamento culturale. Dall’agroecologia al cooperativismo autogestito, dall’antifascismo alla lotta contro il patriarcato nella sfera del lavoro riproduttivo, al lavoro di appoggio ai rifugiati, alla liberazione e condivisione delle conoscenze in ambito educativo, le possibilità sono tante da non poterle elencare. Tutte insieme vanno a formare, in modo decentralizzato, un’alternativa. Vogliamo fare la nostra parte, apportando a questo processo un lavoro solido e fermo nel nostro ambito e rimanendo aperti alla convergenza e alla coordinazione con altre forze che lavorano con gli stessi intenti.
La posta è alta. Se è mai esistita una promessa di libertà, uguaglianza e solidarietà, ciò che resta di essa sembra stare scomparendo rapidamente. La prospettiva è spaventosa. L’alternativa inesistente. Dobbiamo costruirla noi stessi o non ci sarà alcun futuro. I tempi storici sono molto lunghi, è vero, ma non si possono lasciar passare le opportunità in modo indefinito. Il momento per dare vita a un internazionalismo coerente è adesso. Forse non ce ne sarà un altro poi. Da parte nostra, ogni persona affiliata alle organizzazioni anarcosindacaliste e sindacaliste rivoluzionarie in questa internazionale si impegna a dare il massimo di sé in questo processo. Speriamo che sia sufficiente per il grande compito che intraprendiamo. Il futuro è nostro. Il futuro siamo noi. Viva l’Internazionale!
1. Denominazione e definizione
1.1 La Confederazione Internazionale del Lavoro -International Confederation of Labour (ICL), Confederación Internacional de Trabajadores (CIT)- è una federazione internazionale, di ambito globale, di organizzazioni anarcosindacaliste e sindacaliste rivoluzionarie, definita dai suoi principi e dal suo patto federativo.
1.2 La ICL-CIT si fonda sul suo statuto, nella redazione approvata dal suo Congresso più recente.
2. Principi
2.1 Le organizzazioni aderenti alla ICL-CIT condividono e si impegnano a rispettare una serie di principi irrinunciabili nel suo funzionamento, tanto a livello locale quanto a quello internazionale, che si considerano imprescindibili per far possibile qualunque trasformazione sociale e economica veramente significativa.
2.2 I principi della ICL-CIT sono plasmati su un patto federativo. Questi principi sono:
– Anarcosindacalismo e sindacalismo rivoluzionario: le organizzazioni aderenti alla ICL-CIT si dichiarano anarcosindacaliste e sindacaliste rivoluzionarie, in considerazione delle peculiarità storiche e culturali di ogni cornice geografica.
Vale a dire che sono organizzazioni sindacali che operano principalmente, ma non solo, nell’ambito lavorativo, con una finalità rivoluzionaria. Nel senso che si intende che la sua attività conduce o cerca l’informazione del modello economico, produttivo e di consumo, affinché risponda alle necessità della popolazione nel suo insieme, secondo criteri di uguaglianza, sostenibilità, inclusione e altri, e al resto dei principi enumerati in questo statuto.
Ogni organizzazione aderente alla ICL-CIT definisce nel proprio ambito di azione le tattiche e strategie che considera più adeguate al raggiungimento di questo scopo, in funzione del proprio contesto, rispettando quanto contemplato in questo statuto.
In conseguenza di tutto quanto fin qui espresso, la ICL-CIT si definisce sindacalista rivoluzionaria e anarcosindacalista, dal momento che lo sono le organizzazioni che la compongono.
– Solidarietà: lo strumento principale per ottenere una trasformazione rivoluzionaria della società, e il punto chiave del progetto del sindacalismo rivoluzionario e dell’anarcosindacalismo, è la solidarietà, intesa come mutuo appoggio di tutte le persone lavoratrici tra di loro.
Nel seno della ICL-CIT questo si traduce nella disposizione di tutte le organizzazioni aderenti ad appoggiare lo sforzo di ognuna di esse nel processo di trasformazione rivoluzionaria, nel modo e nel tempo in cui esse lo richiedano. Malgrado questo, in alcune occasioni può rendersi difficile dare contenuto pratico a questa solidarietà, a causa delle barriere linguistiche, geografiche o di qualunque altro tipo. Le organizzazioni aderenti alla ICL-CIT manifestano la propria intenzione di esplorare tutte le forme possibili di plasmare tale solidarietà, sviluppando non solo azioni puntuali di appoggio, ma anche dinamiche di lavoro congiunto che rafforzino in maniera efficacie l’attività delle organizzazioni aderenti a livello locale.
– Di classe: in accordo con quanto precede, l’attività delle organizzazioni aderenti alla ICL-CIT vuole porre fine all’attuale sistema economico, produttivo e di consumo. Questo è essenzialmente basato sullo sfruttamento e la massimizzazione del profitto e quindi ostacola l’interesse dei lavoratori. Di conseguenza, gli imprenditori che impiegano i lavoratori non possono diventare membri a qualsiasi livello dell’organizzazione.
– Internazionalismo: le organizzazioni aderenti alla ICL-CIT non riconoscono distinzioni tra le persone lavoratrici in funzione della loro nazionalità, luogo di nascita o residenza, status legale, etnia, credo, genere o orientamento sessuale. Così, e conformemente ai principi già enunciati, è loro desiderio di estendere la solidarietà a tutte le persone che formano la classe lavoratrice lì dove si trovano, al di sopra delle barriere che le separano in modo artificiale.
Questa volontà internazionalista si plasma proprio sulla creazione della ICL-CIT, come modo di rendere efficace questa solidarietà al di sopra delle frontiere e malgrado esse.
– Orizzontalità: le organizzazioni aderenti alla ICL-CIT si organizzano internamente con un funzionamento orizzontale, non gerarchico, con processi decisionali dal basso all’alto partendo dal basso, sebbene, ovviamente, il modo concreto in cui si svolge questo funzionamento in ogni caso dipende dall’organizzazione in questione. La ICL-CIT si propone di accogliere questo principio di orizzontalità nel suo statuto, in modo che la capacità di decisione risieda in ogni persona affiliata alle organizzazioni aderenti alla ICL-CIT, grazie a un processo decisionale partendo dal basso. In questo modo tutte le posizioni di gestione e amministrazione contemplate in questo statuto saranno irrevocabilmente soggette al mandato emanato dalle assemblee pertinenti.
– Federalismo: per rispettare questo funzionamento orizzontale e l’autonomia delle organizzazioni aderenti alla ICL-CIT nel proprio ambito d’azione, la ICL-CIT adotta un principio di funzionamento federalista, secondo il quale le organizzazioni aderenti si trovano vincolate da un patto federativo, che definisce i criteri minimi di azione che tutte devono rispettare e consacra l’autonomia delle sezioni in tutte le altre questioni che trascendono questo patto minimo.
Tale patto federativo si trova dettagliato nel seguente capitolo e lo sviluppo conseguente dei principi qui enumerati.
Di conseguenza, la ICL-CIT adotta la forma e il funzionamento di una federazione.
– Indipendenza: per garantire il rispetto scrupoloso in ogni momento ai principi contenuti in questo capitolo e per assicurare che l’azione di tutte le organizzazioni aderenti alla ICL-CIT risponde solo agli interessi delle persone affiliate a esse e all’obiettivo di trasformazione rivoluzionaria della società, è necessario che tali organizzazioni e la stessa ICL-CIT si mantengano indipendenti da ogni possibile condizionamento di agenti esterni, per quanto possibile. La ICL-CIT non conterà su altre fonti di finanziamento oltre alle quote che pagano le sue organizzazioni aderenti, nella quantità definita da questo statuto.
Per lo stesso motivo, la ICL-CIT non partecipa alle elezioni per gli organi di rappresentanza. Le sue organizzazioni non dovrebbero nemmeno prendere parte a tali elezioni, qualora esse si riferiscano alla politica o ai sindacati.
Per rimanere indipendente dallo stato, il coinvolgimento di individui appartenenti alle forze repressive dello stato (a meno che non siano coscritti) sono proibite a tutti i livelli della ICL-CIT.
3. Patto federativo
3.1 Secondo quanto illustrato nel punto sul federalismo, la ICL-CIT si dota di un patto federativo che raccoglie una serie di condizioni che devono soddisfare le organizzazioni aderenti o che desiderano aderire alla ICL-CIT.
3.2 Mentre i principi sono irrinunciabili e di applicazione generale, i punti del patto federativo, più concreti, possono essere condizionati dal quadro legale, sindacale e giuridico nel quale si sviluppa l’attività di ognuna delle organizzazioni che aderiscono, o desiderano aderire, alla ICL-CIT, Vale a dire che alcuni punti possono essere ridondanti e non necessari, altri inadeguati, ecc. È d’altronde impossibile adattare il patto federativo a priori a tutti i modelli sindacali e giuridici possibili.
Per questo motivo, nel momento di esigere l’adempimento di questo patto federativo, si devono tenere in considerazione le particolarità di ogni contesto e situazione e interpretarlo in accordo con esse.
3.3 L’interpretazione del patto federativo, per quanto riguarda il suo adempimento e l’applicabilità a situazioni e contesti concreti, corrisponde alle organizzazioni aderenti alla ICL-CIT, secondo il processo decisionale indicato nel capitolo corrispondente di questo statuto, tramite referendum o Congresso. Questa interpretazione non potrà essere realizzata esclusivamente dalla Segreteria né dal Comitato per le Relazioni. Per realizzare questa interpretazione, in tutti i casi in cui si rendesse necessario, ci si baserà sui criteri indicati nel capitolo corrispondente per l’ingresso di organizzazioni, anche quando non si tratti specificamente di una richiesta di adesione.
3.4 Il patto federativo è lo sviluppo dei principi enumerati nel capitolo anteriore e è il seguente:
– Ogni organizzazione che aderisce o desidera aderire alla ICL-CIT deve dovrà essere un’organizzazione anarcosindacalista o sindacalista.
-La sua struttura interna dovrà essere federale, con un funzionamento orizzontale e un processo decisionale interno partendo dal basso.
– Non potrà prestare il proprio appoggio come organizzazione ad alcun progetto elettorale politico, né individuale né di partito.
– Per quanto riguarda le elezioni sindacali, nei paesi dove hanno luogo si rifiuterà la partecipazione a qualsiasi organismo, organo, processo elettorale o di negoziazione, struttura nel quale non si rispetti il principio di orizzontalità. Vale a dire che questi organismi si configurano come elementi di cogestione dell’azienda e non come organismi che agiscono su mandato e negli interessi dei lavoratori.
– Non potrà affiliare né includere in alcun altro modo membri volontari di forze repressive, private o statali.
– Per salvaguardare il principio di indipendenza, nei paesi dove esiste la possibilità, non si potranno ricevere finanziamenti economici, né statali né privati, per l’attività sindacale realizzata né per lo sviluppo di essa.
4. Associazione
4.1 Possono fare parte della ICL-CIT tutte quelle organizzazioni anarcosindacaliste e sindacaliste rivoluzionarie che lo richiedono, a patto che riuniscano le condizioni indicate nel patto federativo.
4.2 La ICL-CIT non si fonda sul funzionamento federalista e internazionalista secondo la logica degli stati né riconosce nella propria struttura le divisioni artificiali tramite frontiere. Pertanto può aderire più di una sezione per paese. In questo caso si prenderà in considerazione il parere motivato dell’organizzazione già aderente alla ICL-CIT esistente in quel paese, pur non costituendo tale parere un veto.
4.3 Allo stesso modo, una sezione può avere un ambito che include più di uno stato.
4.4 Il numero minimo di affiliati per potere essere Sezione della ICL-CIT è di 75.
4.5 Le organizzazioni anarcosindacaliste e sindacaliste rivoluzionarie costituite conformemente al patto federativo, ma che non raggiungono questo numero minimo, si possono unire alla ICL-CIT in qualità di Amici della ICL-CIT.
4.6 I gruppi che non sono costituiti come tali organizzazioni, indipendentemente dal numero di componenti, ma che esprimono la volontà di costituire un’organizzazione conformemente al patto federativo e di collaborare con la ICL-CIT a tale fine, possono farlo come Iniziative.
4.7 Sezioni, Amici e Iniziative:
4.7.1 Sezioni:
Le organizzazioni che fanno parte della ICL-CIT come Sezioni possono e devono:
– contribuire al lavoro di espansione del modello organizzativo della ICL-CIT e al raggiungimento dei suoi obiettivi nella misura delle proprie possibilità.
– Apportare il numero di partecipanti deciso in ogni occasione agli organi di amministrazione della ICL-CIT.
– Partecipare ai processi decisionali per consenso e, se questo non è possibile, votare, secondo il sistema vigente al momento.
– Pagare la quota corrispondente al numero dei suoi affiliati, secondo l’importo deciso in ogni occasione.
– Ricevere aiuti economici dal fondo di solidarietà, quando li richiedano, secondo quanto previsto per il funzionamento di tale fondo.
4.7.2 Amici:
Le organizzazioni che fanno parte della ICL-CIT come Amici possono e devono:
– contribuire al lavoro di espansione del modello organizzativo della ICL-CIT e al raggiungimento dei suoi obiettivi nella misura delle proprie possibilità.
– Apportare il numero di partecipanti deciso in ogni occasione agli organi di amministrazione della ICL-CIT.
– Partecipare al dibattito previo ai processi decisionali per consenso, ma senza diritto al voto.
– Pagare la quota corrispondente al numero dei suoi affiliati, secondo l’importo deciso in ogni occasione.
– Ricevere aiuti economici dal fondo di solidarietà, quando li richiedano, secondo quanto previsto per il funzionamento di tale fondo.
4.7.3 Iniziative:
Le organizzazioni che collaborano con la ICL-CIT come Iniziative possono e devono:
– Contribuire al lavoro di espansione del modello organizzativo della ICL-CIT e al raggiungimento dei suoi obiettivi nella misura delle proprie possibilità.
– Dal momento che le Iniziative non pagano la quota, non possono accedere al fondo di solidarietà come un diritto, così come lo possono fare le Sezioni e gli Amici; possono farne richiesta, che verrà valutata caso per caso.
4.8 Ingresso di nuove organizzazioni
4.8.1 Qualunque organizzazione che adempia il patto federativo e abbia interesse a partecipare come Sezione o Amica alla ICL-CIT deve inviare richiesta di ingresso alla Segreteria e al Comitato per le Relazioni della ICL-CIT. Questa richiesta deve includere:
– proposta di adesione alla ICL-CIT, nella quale sarà specificato se si richiede l’ingresso come Sezione o Amico, il numero di affiliati e l’ambito territoriale di azione.
– Impegno di accettazione dei principi e dichiarazione di adempimento del patto federativo della ICL-CIT, indicando, eventualmente, gli aspetti del patto federativo che si considerano inapplicabili al proprio contesto geografico, culturale, legale, sindacale o giuridico e il motivo.
– Copia del suo statuto vigente.
4.8.2 Qualora la Segreteria e/o il Comitato per le Relazioni ravvisassero errori formali nella richiesta o ritenessero che questa fosse incompleta, la restituiranno all’organizzazione richiedente, affinché corregga questi errori o apporti l’informazione mancante entro il termine di tre mesi o si considererà ritirata la sua proposta di adesione.
4.8.3 La Segreteria, attraverso il Comitato per le Relazioni, trasmetterà entro tre mesi dalla sua corretta ricezione le richieste ricevute alle Sezioni e Amici della ICL-CIT, accompagnate da una relazione sull’adempimento da parte dell’organizzazione richiedente della totalità delle condizioni d’ingresso o, eventualmente, delle incoerenze e anomalie riscontrate. In particolare, la relazione farà menzione delle particolarità del contesto geografico, culturale, legale, sindacale o giuridico che motivino l’inadempimento o l’inadeguatezza ai punti del patto federativo indicati.
4.8.4 Insieme a questa informazione, la Segreteria trasmetterà la convocazione di un referendum tra le Sezioni e Amici della ICL-CIT, affinché si pronuncino sull’adesione o meno dell’organizzazione richiedente, secondo quanto previsto per la convocazione e risoluzione dei referendum.
4.8.5 L’interpretazione dell’adeguato adempimento dei punti ricadrà, in esclusiva, sulle organizzazioni aderenti alla ICL-CIT, mediante referendum, e non potrà essere realizzata esclusivamente dalla Segreteria né dal Comitato per le Relazioni. Al momento di realizzare tale interpretazione si cercherà di applicare un criterio di massimizzazione delle potenzialità trasformatrici del sistema sindacale vigente in ogni caso. Vale a dire il modo in cui l’organizzazione richiedente ha saputo o potuto sviluppare o progettare un modello di sindacalismo alternativo e trasformatore, in un senso rivoluzionario, nel proprio ambito di azione.
4.8.6 Nel caso in cui si accetti l’adesione, l’organizzazione richiedente si incorporerà come Sezione o Amica a pieno diritto nella ICL-CIT in maniera immediata, senza necessità di un periodo di carenza, e tale incorporazione dovrà essere ratificata nel successivo Congresso. Durante i primi sei mesi avrà un unico voto, fino al momento in cui si potrà stabilire la somma delle sue quote alla ICL-CIT e da quel momento avrà i voti corrispondenti alle quote calcolate sul numero di iscritti, secondo il sistema di voto vigente in quel momento. Inoltre, fornirà i membri corrispondenti al Comitato per le Relazioni e ai gruppi di lavoro rilevanti.
4.8.7 Nel caso in cui non si accettasse la richiesta, la Segreteria lo comunicherà all’organizzazione richiedente, motivando il rifiuto. L’organizzazione richiedente potrà correggere i motivi per i quali è stata esclusa entro il termine di sei mesi e ambire nuovamente all’adesione alla ICL-CIT, esplicitandolo.
4.9 Cessazione dall’affiliazione alla ICL-CIT
4.9.1 Una Sezione cesserà dall’affiliazione alla ICL-CIT per i seguenti motivi:
4.9.1.1 per propria decisione, nel qual caso informerà la Segreteria e il Comitato per le Relazioni della sua decisione e cesserà immediatamente, a partire dalla ricezione di questa comunicazione da parte della Segreteria.
4.9.1.2 Per una mancanza nel pagamento della quota superiore a un anno. In questo caso, trascorso questo periodo senza pagare e senza che ci sia stata una richiesta di esenzione dal pagamento da parte dell’organizzazione in questione, secondo quanto previsto per l’esenzione dal pagamento delle quote, accettata o meno, la Segreteria chiederà alla Sezione o Amico che saldi i pagamenti arretrati entro un termine ritenuto ragionevole da ambo le parti o si dovrà procedere alla cessazione come Sezione o Amico della ICL-CIT. La Segreteria potrà concedere una proroga di un massimo di sei mesi. Una volta trascorsa la proroga, la Segreteria indirà un referendum per decidere se si può concedere un’ulteriore proroga di sei mesi.
Questa sezione potrà pagare il suo debito, accettare la disaffiliazione o richiedere un’esenzione dal pagamento delle quote, secondo quanto previsto per tale esenzione. Nel caso in cui l’esenzione non venga approvata, la Sezione che la richiede dovrà pagare le quote arretrate o accettare la disaffiliazione.
4.9.1.3 Poiché si decide la disaffiliazione. I motivi per la disaffiliazione potranno essere:
– Il mancato adempimento dei Principi della ICL-CIT e del rispetto del presente statuto e sue successive modifiche.
– L’operato pubblico contro gli interessi della ICL-CIT o di una qualunque delle sue Sezioni e/o Amici e la realizzazione di attività parallele alla ICL-CIT, arrogandosi la sua rappresentazione, senza disporre di un mandato per questo.
– L’operato in seno alla ICL-CIT che nuoccia agli interessi di essa o di una qualunque delle sue Sezioni e/o Amici o che impedisca o renda difficoltoso il buono sviluppo del suo normale funzionamento o che alteri le relazioni tra i suoi aderenti.
– Il furto, la frode o la sottrazione di beni della ICL-CIT.
4.10 Processo di disaffiliazione
4.10.1 Qualunque Sezione della ICL-CIT potrà richiedere la disaffiliazione di qualunque altra Sezione o Amico della ICL-CIT per i motivi precedentemente elencati. Gli Amici, la Segreteria e il Comitato per le Relazioni non potranno richiedere disaffiliazioni.
4.10.2 Per rendere effettiva la disaffiliazione, la Sezione che la richiede manderà alla Segreteria e al Comitato per le Relazioni una proposta nella quale figurino gli inadempimenti su sui si basa la richiesta di disaffiliazione, insieme alle evidenze disponibili per dare sostanza a tale richiesta.
4.10.3 La Segreteria e il Comitato per le Relazioni trasmetteranno tale richiesta a tutte le Sezioni e richiederanno alla Sezione della quale si chiede la disaffiliazione che si pronunci sulla richiesta nel termine di un mese. Questa risposta si trasmetterà a tutte le Sezioni e sarà l’unica documentazione che si trasmetterà al riguardo.
4.10.4 Ricevuta e trasmessa la risposta o in assenza della stessa trascorso il termine stabilito, La Segreteria indirà un referendum sulla questione, secondo quanto previsto per l’effettuazione di referendum.
4.10.5 Nel caso che la disaffiliazione venga approvata, avrà effetto immediato.
4.10.6 La Sezione o Amico non più affiliato potrà ricorrere la decisione, entro un mese, motivando sufficientemente il ricorso. Ricevuto tale ricorso la Segreteria e il Comitato per le Relazioni lo trasmetteranno a tutte le Sezioni e Amici e si indirá un referendum su questa questione, secondo quanto previsto per la celebrazione e risoluzione dei referendum. Il risultato di tale referendum dovrà essere ratificato nel successivo Congresso.
4.10.7 Dopo questo secondo referendum, qualora si celebrasse, la decisione sarà definitiva e non ci sarà spazio per alcun ricorso.
4.10.8 Nel caso di scissione in seno a un’organizzazione aderente, il Congresso deciderà se una o entrambe o nessuna sarà Sezione della ICL-CIT.
5. Relazioni
5.1 Autonomia delle Sezioni:
Le organizzazioni aderenti alla ICL-CIT sono autonome tra loro e stabiliscono da sé le proprie finalità, strategie, tattiche e linee d’azione, senza altro limite che il rispetto del patto federativo della ICL-CIT.
5.2 Relazioni con altre organizzazioni:
5.2.1 Nel rispetto del principio federale su cui si basa la ICL-CIT e del patto federativo, come espressione della rigorosa autonomia di ogni Sezione, queste potranno stabilire relazioni, strategie o tattiche, con l’ampiezza che considerino adeguata, con tutte le organizzazioni esterne alla ICL-CIT considerino opportuno.
5.2.2 A sua volta la ICL-CIT potrà entrare in contatto, cooperare e collaborare con tutte le organizzazioni in ambito internazionale si consideri opportuno o sia necessario per la difesa dei suoi interessi e per promuovere i suoi principi, sempre nel rispetto del patto federativo, a richiesta di una Sezione o Amico aderente alla ICL-CIT o meno e siano tali organizzazioni Iniziative formali della ICL-CIT o meno.
6. Processo decisionale
6.1 Nella ICL-CIT le decisioni si prenderanno per consenso di tutte le Sezioni e Amici, quando questo sia possibile.
6.2 Per facilitare questo obiettivo, sarà parte del funzionamento abituale della ICL-CIT che, quando le Sezioni e Amici realizzino due o più proposte diverse sullo stesso tema, si crei una commissione di sintesi, composta almeno da delegati delle Sezioni e Amici che hanno presentato le proposte, per elaborare un testo di consenso che raccolga i punti coincidenti di tutte le proposte presentate, i consensi raggiunti dalle delegazioni nella stessa commissione, secondo i mandati delle proprie organizzazioni, e evidenzi le differenze inconciliabili rilevate tra le proposte, per la loro votazione da parte delle Sezioni.
6.3 Le Sezioni potranno votare i punti consegnati loro dalla commissione di sintesi, se ce ne saranno, secondo il sistema di voto ponderato considerando il numero dei suoi affiliati, secondo il seguente schema logaritmico:
da 75 a 424 affiliati: 1 Voto
da 425 a 1.546 affiliati: 2 Voti
da 1.547 a 4.243 affiliati: 3 Voti
da 4.244 a 9.999 affiliati: 4 Voti
da 10.000 affiliati in avanti: 5 Voti
6.4 Il numero di coloro che pagano la quota al quale si fa riferimento precedentemente si conterà calcolando la media dei pagamenti di ogni Sezione nei 6 mesi anteriori alla data di votazione.
6.5 Una volta realizzata la votazione, la decisione si raggiungerà con una maggioranza dei 2/3 affermativi del totale dei voti emessi. Vale a dire che in nessun caso si sconteranno le astensioni dalla votazione.
6.6 A richiesta di almeno tre organizzazioni aderenti si potrà sottoporre a revisione un accordo internazionale mediante referendum.
6.7 Per decisione di un congresso nazionale o un referendum una Sezione potrà respingere accordi o decisioni risultanti da referendum della ICL-CIT.
6.8 Gli Amici della ICL-CIT non potranno partecipare alle votazioni.
7. Congressi
7.1 Il Congresso della ICL-CIT è costituito da tutte le Sezioni e Amici della ICL-CIT. È il massimo organo di decisione della ICL-CIT.
7.2 I compiti e funzioni del Congresso sono:
7.2.1 tracciare la linea strategica della ICL-CIT.
7.2.2 Realizzare un’analisi della situazione internazionale, in tutti i suoi aspetti rilevanti.
7.2.3 Definire con chiarezza le aree e le linee di lavoro della ICL-CIT per il periodo tra i Congressi.
7.2.4 Progettare gli obiettivi generali della ICL-CIT nelle sue diverse aree di lavoro e segnalare le priorità.
7.2.5 Dare mandato alla Segreteria e al Comitato per le Relazioni di realizzare le attività necessarie per raggiungere tali obiettivi.
7.3 Gli accordi e le decisioni adottate durante il Congresso internazionale saranno vincolanti per tutte le organizzazioni affiliate, eccetto per il caso contemplato nell’articolo 6.7.
7.4 La Segreteria convocherà i Congressi ordinari della ICL-CIT ogni cinque anni. La Segreteria realizzerà una convocazione previa, con sufficiente anticipo, nella quale darà un termine di tre mesi entro il quale ricevere risposte per l’Ordine del Giorno. Queste proposte dovranno venire dalle Sezioni e essere accompagnate da una relazione che le sviluppi. Trascorso il termine, la Segreteria elaborerà l’Ordine del Giorno del Congresso con queste proposte, che avranno carattere di mozioni di base, e si aprirà un termine di sei mesi per ricevere da parte delle Sezioni controproposte, correzioni o commenti alle mozioni di base.
7.5 Nella stessa convocazione previa al Congresso la Segreteria indirà un referendum sulla data e il luogo di celebrazione del Congresso, secondo quanto previsto per la realizzazione e risoluzione dei referendum.
7.6 Qualunque Sezione potrà richiedere la convocazione di un Congresso straordinario in qualunque momento lo decida. Gli Amici, la Segreteria e il Comitato per le Relazioni non potranno dare luogo a tale richiesta. Tale richiesta dovrà specificare e includere:
– il motivo della convocazione straordinaria.
– Ordine del Giorno proposto.
– Relazioni che sviluppino i punti dell’Ordine del Giorno proposto.
– Tutta la documentazione rilevante del caso.
La Segreteria e il Comitato per le Relazioni trasmetteranno tale documentazione alle Sezioni e Amici della ICL-CIT e indiranno un referendum sulla convenienza della celebrazione del Congresso straordinario, secondo quanto previsto per la realizzazione e risoluzione dei referendum.
7.7 Se il referendum approverà la richiesta di convocazione di un Congresso straordinario, la Segreteria procederà alla convocazione, secondo il processo di convocazione dei Congressi ordinari, ma adattando i termini all’urgenza della convocazione.
7.8 La Sezione che avrà realizzato inizialmente la richiesta di Congresso straordinario sarà obbligata a organizzare il Congresso.
7.9 Partecipazione
7.9.1 Al Congresso partecipano tutte le Sezioni e Amici della ICL-CIT. Sezioni e Amici potranno presentare mozioni, proposte, partecipare agli accordi presi per consenso e ai gruppi di lavoro o commissioni che si creeranno al Congresso, secondo le proprie capacità. Inoltre, le Sezioni potranno votare, secondo il sistema di voto vigente in ogni Congresso.
7.9.2 Le Iniziative della ICL-CIT potranno essere presenti alle sessioni plenarie dei Congressi e alle riunioni dei gruppi di lavoro o commissioni che si creeranno al Congresso, qualora fossero invitate a farlo.
7.9.3 Potranno, altresì, essere presenti alle sessioni plenarie del Congresso tutte quelle organizzazioni e/o gruppi invitati come osservatori. Gli inviti ad assistere al Congresso in qualità di osservatori si trasmetteranno attraverso la Segreteria su iniziativa delle Sezioni e Amici.
7.10 Il Congresso è costituito dalle delegazioni nominate a tale effetto dalle diverse Sezioni e Amici. Le delegazioni assisteranno con le decisioni delle rispettive Sezioni per iscritto e in duplicato (una copia per la delegazione, una per la presidenza del Congresso). Queste saranno le delegazioni dirette.
7.11 Le Sezioni e Amici potranno anche inviare le proprie decisioni per iscritto alla Segreteria prima dell’inizio del Congresso oppure consegnare le proprie decisioni a qualche delegazione che sarà presente. In quest’ultimo caso, si tratterà di delegazioni indirette.
7.12 Le delegazioni dirette potranno interpretare le decisioni delle proprie Sezioni in base alla propria conoscenza delle stesse e potranno negoziare con le altre delegazioni presenti alla ricerca di un consenso. A questo fine è raccomandabile che le decisioni delle Sezioni e Amici al Congresso specifichino quanto possibile i limiti della capacità di negoziazione dei loro delegati.
7.13 Le delegazioni indirette potranno solo leggere le decisioni che saranno state affidate loro. Qualora sorgessero dubbi sull’interpretazione di tali decisioni, non si includeranno nel consenso sul punto in questione, nel caso questo si realizzi. Le delegazioni indirette non avranno neppure voto nelle questioni o votazioni che sorgeranno al Congresso.
7.14 Le decisioni del Congresso si raggiungeranno secondo quanto previsto nel capitolo sul processo decisionale.
7.15 Le sessioni del Congresso si svilupperanno seguendo l’Ordine del Giorno. All’inizio di ogni sessione le Sezioni presenti eleggeranno la formazione del Tavolo di Presidenza. La sessione inaugurale del Congresso sarà aperta dalla Segreteria, che dopo l’accertamento delle delegazioni presenti, dichiarerà iniziato il Congresso passando immediatamente al primo punto, che sarà l’elezione del Tavolo di Presidenza (composto dal presidente, il segretario verbalizzante e il moderatore) tra le delegazioni presenti.
7.16 Finito il Congresso, la Segreteria invierà a tutte le Sezioni i verbali delle sessioni e il riassunto delle mozioni approvate dal Congresso, entro un termine di tre mesi. Dalla trasmissione dei verbali e mozioni, le Sezioni disporranno di tre mesi per realizzare impugnazioni a tali mozioni. Queste impugnazioni, qualora ci fossero, si risolveranno tramite referendum, convocato immediatamente dopo la data di chiusura della ricezione di impugnazioni, secondo quanto previsto per la realizzazione e risoluzione dei referendum. Risolte queste impugnazioni, la Segreteria pubblicherà le mozioni del Congresso.
8. Referendum
8.1 Il referendum o consultazione alle Sezioni e Amici della ICL-CIT, è il modo abituale per prendere decisioni nella ICL-CIT tra i Congressi.
8.2 I referendum saranno indetti dalla Segreteria, su iniziativa di qualsiasi Sezione o Amico, o nei casi automatici stipulati nel presente statuto.
8.3 Per indire un referendum la Sezione o Amico che lo desideri dovrà inviare una richiesta alla Segreteria che includerà:
– l’argomento da trattare;
– i motivi su cui si basa la proposta o la consultazione;
– la proposta o consultazione concreta che si realizza.
8.4 La Segreteria e il Comitato per le Relazioni trasmetteranno tale proposta completa al resto delle Sezioni e Amici entro il termine massimo di tre mesi, indicendo il referendum e richiedendo alle Sezioni e Amici che esprimano la loro opinione rispetto alla consultazione, con un termine che in nessun caso potrà essere superiore a sei mesi a partire dalla data di realizzazione della proposta o consultazione originale.
8.5 La Segreteria e il Comitato per le Relazioni potranno e dovranno sottomettere a referendum, in modo automatico, tutte quelle questioni, proposte o consultazioni che eccedano il mandato che hanno ricevuto dal Congresso o sulle quali necessitino qualche chiarimento dalle Sezioni e Amici, seguendo il procedimento indicato nel punto precedente.
8.6 La decisione in merito al referendum si raggiungerà secondo quanto previsto nel capitolo sul processo decisionale.
8.7 Per maggiore agilità organizzativa, la Segreteria potrà raggruppare tutte le proposte o consultazioni in periodi di sei mesi.
9. Segreteria
9.1 La Segreteria della ICL-CIT assume su di sé la rappresentazione legale e giuridica della ICL-CIT.
9.2 Lo svolgimento di questo incarico ricadrà su una persona componente il Comitato per le Relazioni, composto da ognuna delle Sezioni membro della ICL-CIT, in modo rotativo ogni due anni improrogabili. Cioè a dire, ogni due anni assume su di sé l’incarico il/la rappresentante nel Comitato per le relazioni di una sezione diversa.
9.3 Il sistema di rotazione si stabilirà in Congresso, per il periodo compreso fino al successivo Congresso ordinario.
9.4 Compiuti i due anni di gestione, la Segreteria si dimetterà automaticamente e la sostituzione si realizzerà immediatamente da parte della seguente Sezione nel turno di rotazione.
9.5 Le funzioni della Segreteria saranno:
– assumere su di sé e esercitare la rappresentazione pubblica, giuridica e legale della ICL-CIT.
– Convocare Congressi e indire referendum quando questo sia richiesto dal presente statuto.
– Coordinare il lavoro del Comitato per le Relazioni.
– Ogni altra funzione che le venga attribuita dal presente statuto.
10. Comitato per le Relazioni
10.1 Il Comitato per le Relazioni della ICL-CIT sarà costituito da una persona rappresentante di ognuna delle Sezioni e Amici della ICL-CIT.
10.2 Questa persona sarà designata dalla propria Sezione o Amico tra i propri affiliati e potrà, ma non dovrà necessariamente, coincidere con il mandato di Segreteria per le Relazioni Internazionali, qualora esistesse. La persona designata per il Comitato per le Relazioni per ogni Sezione o Amico potrà essere rimpiazzata da un’altra in qualunque momento a criterio esclusivo dell’organizzazione a cui aderisce.
10.3 Il Comitato per le Relazioni potrà creare quante commissioni e gruppi di lavoro consideri necessari, nel qual caso le Sezioni decideranno il miglior modo di organizzarli. Le commissioni e i gruppi di lavoro potranno includere individui non membri del Comitato per le Relazioni.
10.4 Le persone che compongono il Comitato per le Relazioni non rappresenteranno le organizzazioni alle quali aderiscono, ma l’insieme della ICL-CIT e tutte le loro azioni dovranno basarsi sul principio del rispetto degli accordi della ICL-CIT, indipendentemente dalla posizione delle loro Sezioni, avendo il compito di sviluppare gli accordi organizzativi della ICL-CIT per i quali avranno ricevuto mandato.
10.5 Le funzioni del Comitato per le Relazioni e dei loro componenti saranno:
– garantire la comunicazione fluente e il migliore sviluppo del lavoro congiunto tra le Sezioni e Amici della ICL-CIT, sia in modo bilaterale (alcune Sezioni direttamente con altre, in virtù della loro autonomia), sia di ogni Sezione o Amico nell’insieme della ICL-CIT.
– Lo sviluppo degli accordi deliberati in Congresso o referendum e delle linee di lavoro della ICL-CIT segnate dal Congresso, così come il raggiungimento degli obiettivi decisi in Congresso della ICL-CIT.
– Garantire la corretta trasmissione di tutti i documenti organici della ICL-CIT alle Sezioni e Amici nella loro lingua corrispondente, vale a dire tradotti. Per questo potrà essere coadiuvata da quante persone collaboratrici consideri opportuno.
– Qualunque altro compito necessario alla gestione quotidiana della vita interna e alla coordinazione della struttura della ICL-CIT.
– Informare, in generale, la Segreteria e il resto dei componenti del Comitato per le Relazioni dei pareri prevalenti nelle loro rispettive organizzazioni o delle opinioni espresse o le decisioni prese da queste nei loro incontri interni, in modo che la gestione della Segreteria e il Comitato per le Relazioni si adatti il più possibile e sia quanto più rispettosa delle posizioni di tutte le organizzazioni aderenti alla ICL-CIT.
– Sottoporre a referendum, secondo quanto previsto per la convocazione e risoluzione dei referendum, tutte le questioni che eccedano il mandato dato in Congresso per lo sviluppo degli accordi.
10.6 Il Comitato per le Relazioni si riunirà quante volte consideri necessario in riunione plenaria, fisica o virtuale, su iniziativa del segretario o di un terzo dei suoi membri. L’ordine del giorno di queste riunioni è predisposto dal segretario, nella sua funzione di coordinazione del Comitato per le Relazioni. In esso si includeranno tutte le proposte dei membri del Comitato e, secondo il caso, gli argomenti che siano stati raccomandati da un Congresso o referendum precedente.
10.7 Il processo decisionale all’interno del Comitato per le Relazioni, in tutte le sue istanze, sarà conforme a quanto previsto per il processo decisionale della ICL-CIT.
11. Tesoreria
11.1 La Tesoreria della ICL-CIT sarà eletta in Congresso e il suo periodo di gestione coprirà tutto il periodo che trascorrerà tra due Congressi.
11.2 Trascorso questo tempo, il suo periodo di gestione sarà improrogabile e si dovrà eleggere una nuova Tesoreria in ogni Congresso.
11.3 Le sue funzioni comprenderanno tutto ciò che riguarda le finanze della ICL-CIT e avrà a disposizione e sotto il suo controllo i suoi conti.
11.4 La Tesoreria insieme alla Segreteria saranno le due persone autorizzate alla disposizione di comune accordo dei fondi della ICL-CIT, secondo le istruzioni che stabiliranno di volta in volta gli accordi e indicazioni degli organi della ICL-CIT.
11.5 Tra i suoi compiti ci sarà il calcolo delle medie di pagamento delle quote, al fine dell’elaborazione di tabelle di attribuzione dei voti, previamente alla celebrazione di qualunque votazione.
11.6 Svolgerà tutto il lavoro riguardante la quota federativa.
11.7 La Tesoreria avrà l’obbligo di presentare un rapporto alla Segreteria e al Comitato per le Relazioni ogni sei mesi. La Segreteria o il Comitato per le Relazioni (cioè almeno un suo membro) può richiedere un rapporto in qualunque momento. Dovranno essere effettuate due revisioni: una a metà del periodo di cinque anni di mandato e una finale al compimento di tale periodo. Di queste revisioni avrà responsabilità una commissione di almeno due persone che non facciano parte né del Comitato per le Relazioni né della Segreteria e che dovranno essere affiliate a due organizzazioni diverse.
11.8 Un’organizzazione potrà sostituire i propri membri della Tesoreria con i propri affiliati in qualunque momento. Dovrà trovare sostituti per tale incarico. La Tesoreria potrà essere revocata in qualunque momento tramite referendum, che potrà essere proposto da una Sezione o dal Comitato per le Relazioni.
12. Finanziamento e quota
12.1 L’unica fonte di finanziamento della ICL-CIT saranno i contributi in forma di quote che realizzeranno le Sezioni e gli Amici della ICL-CIT.
12.2 Quota: ci saranno tre categorie di quote mensili:
0,10 euro per iscritto
0,05 euro per iscritto
0,02 euro per iscritto
Il Congresso deciderà qual è la categoria idonea per ogni Sezione, tenendo in considerazione la situazione economica delle persone che lavorano nel paese corrispondente. Se lo desidera, una Sezione potrà optare per il pagamento di una quota superiore a quella concordata. In ogni Congresso si stabilirà l’ammontare delle tre categorie di quote per il quinquennio successivo. Se una Sezione ha al suo interno un settore di persone detenute, non dovrà pagare le quote per queste persone.
12.2.1 Le Sezioni e Amici della ICL-CIT realizzeranno i pagamenti alla Tesoreria della ICL-CIT, con la periodicità che considereranno conveniente, ma come minimo annualmente, in funzione della consistenza della propria affiliazione.
12.2.2 Si potranno chiedere esenzioni parziali dal pagamento in casi eccezionali e per un periodo determinato e limitato nel tempo. Per ottenerle si dovrà inviare alla Segreteria o al Comitato per le Relazioni una proposta argomentata, che comprenda specificamente l’eccezionalità che avrà obbligato a richiedere l’esenzione dalle quote, la durata temporale della stessa, così come la somma che si vorrà ridurre. Questa proposta si trasmetterà in referendum, secondo quanto previsto per la convocazione e risoluzione dei referendum.
12.3 Si creerà un fondo di solidarietà con una parte proporzionale e apprezzabile delle quote, in proporzione, fissata in Congresso.
12.3.1 Le Sezioni e Amici che lo desiderino o necessitino potranno richiedere aiuti economici dal fondo di solidarietà in casi ordinari per progetti concreti, mediante richiesta motivata inviata alla Segreteria o al Comitato per le Relazioni, che includa specificamente la descrizione del progetto, la necessità dell’apporto economico, la somma richiesta e l’impegno di restituzione, totale o parziale, qualora ci fosse. La Segreteria chiederà alla Tesoreria uno studio sulla fattibilità della proposta e trasmetterà entrambi i documenti, la richiesta e lo studio, in referendum, secondo quanto previsto per la convocazione e risoluzione dei referendum.
12.3.2 In nessun caso gli importi combinati degli aiuti economici ordinari potranno superare il 50% del fondo di solidarietà accumulato nel momento della sua concessione.
12.3.3 Nel caso di aiuti ordinari, si darà priorità ai progetti e richieste che contribuiscano allo sviluppo degli obiettivi e le linee di lavoro della ICL-CIT, secondo quanto deciso dal Congresso.
12.3.4 Le Sezioni e Amici che lo desiderino o necessitino potranno richiedere aiuti economici dal fondo di solidarietà in casi straordinari che richiedano un contributo urgente. In questi casi la Segreteria e il Comitato per le Relazioni potranno decidere, secondo quanto previsto per il processo decisionale della ICL-CIT, la consegna immediata del contributo richiesto.
12.3.5 Riguardo al paragrafo anteriore, si considereranno casi straordinari:
– situazioni di guerra, guerra civile, disastro naturale o antropogenico.
– Situazioni di rivoluzione, insurrezione o disordini gravi.
– Situazioni di repressione eccezionale.
12.3.6 In nessun caso l’importo di un aiuto economico straordinario potrà superare il 50% del fondo di solidarietà accumulato nel momento della sua concessione.
12.3.7 In tutti i casi gli aiuti economici richiesti potranno essere pagamenti unici o periodici.
12.3.8 In tutti i casi gli aiuti economici accordati potranno coprire il totale della richiesta presentata o solo una parte, a seconda della disponibilità dei fondi e della consulenza della Tesoreria.
12.3.9 Anche le Iniziative potranno richiedere aiuti economici al fondo di solidarietà, secondo quanto sopra esposto.
13. Sede della federazione
13.1 La ICL-CIT fisserà il proprio domicilio nella sede sulla quale ricade l’incarico di Segretario, salvo restando che si possa concordare in qualunque riunione organica il cambiamento dello stesso.
14. Dissoluzione
14.1 La dissoluzione della ICL-CIT potrà essere concordata in un Congresso, stabilendo in esso la destinazione del suo patrimonio. La ICL-CIT non si dissolverà finché tre Sezioni almeno si esprimeranno contro questa dissoluzione.
15. Testo attendibile
15.1 In caso di discrepanza tra le diverse versioni linguistiche ufficiali del testo dello statuto, farà fede il testo inglese.